Collegio Arbitrale costituito da:
Prof. Avv. Mauro Orlandi (Presidente) – Ing. Arturo Varzi (Arbitro) – Ing. Francesco D’Ippolito (Arbitro)
RISERVA R1 – improduttivo immobilizzo di macchine ed attrezzature di cantiere.
Nella categoria dei danni diretti rientrano anche i maggiori oneri sostenuti dall’ATI per improduttivo vincolo di macchinari ed attrezzature dovuto al rallentamento delle attività lavorative.
Infatti, il ridotto utilizzo dei macchinari di proprietà dell’appaltatore ed impiegate nel cantiere va risarcito, giacché i beni strumentali destinati all’attività produttiva perdono di valore nel tempo e tale perdita viene ripianata con i risultati economici derivanti dal loro impiego, mediante il procedimento di ammortamento, attraverso il quale viene ricostituita la spesa di investimento.
Analogo recupero deve essere riconosciuto per i macchinari ed attrezzature presenti in cantiere e nelle disponibilità dell’appaltatore in forza di noli a freddo e/o contratti di leasing per i quali vengono erogati canoni di locazione improduttivi
Il Collegio rileva che l’ATI, al momento dell’apposizione della riserva n. R1 ha elencato le attrezzature e le macchine che sarebbero state cumulativamente impegnate nel cantiere dalle imprese raggruppate, distinguendole in due categorie (ammortamenti e leasing/noli) secondo i seguenti prospetti e la numerazione progressiva che, in questa sede, viene attribuita per comodità espositiva:
[omissis]Per i noli/leasing le pretese risarcitorie dell’ATI sono state quantificate sulla base dei costi complessivamente sostenuti nel periodo di improduttivo impiego, moltiplicate per il coefficiente di sottoproduzione.
A supporto delle proprie richieste, l’ATI ha esibito in giudizio (sottofascicolo da Q1.a a Q1.t) la documentazione contabile-amministrativa delle imprese raggruppate (libri dei cespiti ammortizzabili, contratti di noleggio/leasing con allegate fatture – due per ciascun mezzo – a comprova della vigenza/efficacia dei medesimi contratti tra gli estremi del periodo di esecuzione dell’appalto de quo) corredata da rispettivi elenchi riepilogativi in è riportato, per ciascun mezzo/macchina, il valore storico di acquisto.
Il Collegio ha accertato che il parco macchine rappresentato dall’ATI trova obiettivo riscontro – almeno sotto il profilo della formale disponibilità, a prescindere dalla reale presenza nel cantiere – nella documentazione versata in atti, da cui ha anche estrapolato il valore complessivo di acquisto storico delle attrezzature che le imprese assumono essere state impiegate nel periodo indagato (riferimento riserva R1), quantificabile nella misura di € 3.812.358,45 (di cui € 1.662.524,45 per le attrezzature direttamente possedute ed € 2.149.834,00 per quelle in locazione finanziaria).
Al riguardo, nei propri scritti difensivi, il Comune di YYY ha eccepito che l’ATI non è mai stata presente – sul cantiere – con la mole di macchinari ed attrezzature da quest’ultima indicati e non avrebbe neanche dato prova del loro utilizzo continuativo per l’appalto de quo, come desumibile dalle registrazioni del giornale dei lavori.
Nelle proprie controdeduzioni l’ATI ha messo in discussione l’attendibilità – sul punto – del giornale dei lavori considerato che, dalle fotografie ivi allegate risulterebbero (in alcune specifiche giornate) una pluralità di attrezzature di cui non v’è traccia nelle annotazioni quotidiane. Inoltre, le annotazioni effettuate dal D.L. non farebbero riferimento alle attrezzature stabilmente presenti in cantiere ma solo alle macchine operatrici in “movimento” in cui sarebbero state incorporate, anche, quelle afferenti il personale addetto alla conduzione che, a rigore, andava (separatamente) riportato nelle colonne dedicate al personale di cantiere. Pertanto l’ATI assume che i dati risultanti dalla documentazione da essa prodotta non trovano smentita – come preteso dalla controparte – nel giornale dei lavori.
Al fine di accertare la veridicità delle opposte deduzioni delle parti il Collegio ha effettuato una analitica disamina del giornale dei lavori pervenendo alla conclusione che, pur essendo indubbia la validità ed efficacia del documento contabile-amministrativo de quo con riferimento alla rappresentazione quotidiana delle lavorazioni effettuate e degli eventi di cantiere, il medesimo – ancorché sottoscritto dall’ATI – non costituisce strumento idoneo ad accertare la consistenza quantitativa e qualitativa del personale e delle macchine/attrezzature effettivamente presenti in loco, perché affetto – sotto questo profilo – da vistose incongruenze nonché incomplete registrazioni.
Dalla disamina effettuata è innanzitutto emerso che, in effetti, le annotazioni quotidiane effettuate con riferimento alle attrezzature non possono che afferire alle macchine operatrici in movimento, con esclusione, quindi, di quelle eventualmente presenti in cantiere ma rimaste temporaneamente inoperose, a volte (solo) per pochi giorni. A sostegno del suddetto convincimento assumono fondamentale rilievo le seguenti considerazioni:
1) la consistenza numerica del personale annotato nelle registrazioni quotidiane sul giornale dei lavori è spesso largamente inferiore a quella indicata nella documentazione prodotta dall’ATI che, seppur di unilaterale produzione, è suffragata dalle copie – per lo specifico cantiere – delle denunce delle imprese presso la Cassa Edile competente con relativi versamenti e/o dalle buste paga controfirmate dal personale impiegato;
2) la consistenza numerica delle attrezzature registrate quotidianamente sul giornale dei lavori è, in molti casi, superiore o si discosta da quella afferente il personale operaio indicato in separata sezione del medesimo documento. Pertanto, nell’ipotesi in cui le attrezzature annotate – come in effetti accertato – siano state tutte operanti e condotte dal personale di cantiere è del tutto inverosimile ritenere che quest’ultimo fosse impegnato (esclusivamente) alla conduzione dei mezzi, senza alcuna assistenza a terra. Non si potrebbe comunque comprendere con quale personale sarebbero state compiute, nello stesso giorno, tutte quelle lavorazioni che necessitavano di esclusivo impiego di maestranze, senza ausilio di mezzi meccanici;
3) l’ipotesi che il personale addetto alla conduzione delle attrezzature sia stato incorporato nelle registrazioni di queste ultime – ed escluso, quindi, dalle altre registrazioni del personale destinato ad attività manuali – elide le incongruenze dei precedenti punti e non mina (ma anzi conferma) l’efficacia e la validità del giornale dei lavori che è stato anche sottoscritto dall’ATI, senza significativi conflitti con la documentazione contabile-amministrativa da quest’ultima prodotta ;
4) la diversa ipotesi che le attrezzature registrate nelle annotazioni quotidiane sul giornale dei lavori siano effettivamente tutte quelle presenti in cantiere, a prescindere dall’effettivo utilizzo, appare del tutto inverosimile – sotto un profilo logistico ed operativo – se si considera che, spesso, le medesime compaiono a periodi alterni (anche di uno-due giorni), pur trattandosi di mezzi semoventi (escavatori cingolati, ruspe, terne, rulli compattatori, grader, trivella cingolata) che comportano disagevoli attività di spostamento da effettuare, peraltro, con l’ausilio di idonei mezzi di trasporto (e notevole impegno del personale di cantiere) per i quali sarebbe occorsa l’eventuale ulteriore annotazione (che invece manca). Inoltre, le attrezzature di cantiere (anche quelle che richiedono onerosi impegni temporali di smobilitazione, installazione e trasporto, come ad esempio la trivellatrice cingolata per le palificazioni) non sono mai annotate nei giorni non lavorativi (ad es. per piovosità) non perché assenti ma – evidentemente – perché non operanti.
In tal senso, a titolo meramente esemplificativo, il Collegio ha riscontrato quanto segue.
Il giorno 2.11.2007 (coincidente con il primo giorno lavorativo utile del periodo indagato) il giornale lavori reca l’annotazione di n. 1 capocantiere e n. 6 addetti al personale, a fronte della presenza – in cantiere – di 5 macchine operatrici (1 escavatore cingolato da 250 q.li, 1 escavatore cingolato da 130 q.li, 1 Rullo gommato, 1 terna, 1 Ruspa). Per lo stesso giorno, i dati dell’ATI indicano la presenza, in cantiere, di n. 10 addetti (n° 4 per la ditta WWW, n° 4 per la ditta ZZZ, n° 2 per la ditta KKK. Al riguardo assumono rilievo le considerazioni di cui ai precedenti punti 1), 2), 3), non potendosi ritenere verosimile che quasi tutto il personale annotato nel diario di appalto (a meno del capocantiere e di una sola unità) sia stato impegnato nella conduzione dei mezzi, senza sostanziale assistenza a terra.
Nelle registrazioni del giorno lavorativo 5.11.2007 (immediatamente successivo al precedente, essendo i giorni 3-4 corrispondenti a sabato/domenica) il numero delle attrezzature annotate nel giornale dei lavori sale a 6 (perché incrementato di 1 ruspa) mentre la consistenza numerica del personale subisce la drastica riduzione a n. 3 addetti oltre al capocantiere. In questa circostanza lo squilibrio tra il numero delle attrezzature annotate e quello del personale è ancora più evidente (con un rapporto di 2:1), tanto più che nell’ipotesi si dovesse interpretare la registrazione riferibile ai mezzi presenti in cantiere e all’intero personale – diversamente da come in realtà accaduto – non si comprende per quale ragione sarebbe stata portata una seconda ruspa, poi eventualmente allontanata il giorno successivo (come risulterebbe dalle annotazioni del giorno 6.11.2007), se il medesimo cantiere era già dotato di tale mezzo e il numero complessivo di operai (annotati) era assolutamente insufficiente alla conduzione di tutti i mezzi. Una ulteriore incongruenza si materializzerebbe sulla base della constatazione che le attività lavorative annotate per il medesimo giorno comprendono l’esecuzione della condotta principale della fognatura, con relativi attraversamenti, e la rullatura del rilevato. La prima lavorazione comportava, evidentemente, l’utilizzo di mezzi meccanici (e corrispondente personale) per gli scavi, i trasporti ed i rinterri (con relativa assistenza a terra) nonchè la posa in opera delle tubazioni e delle camerette di ispezione prefabbricate. L’attività di rullatura importava la necessità di almeno un operatore e l’eventuale assistenza a terra. Non è affatto concepibile che dette attività fossero affidate – né singolarmente né cumulativamente – alle sole (ed insufficienti) prestazioni di n. 3 addetti che avrebbero dovuto “coprire”, anche, la conduzione delle macchine, ivi compreso la ruspa integrativa. Ogni dubbio sulla compatibilità tra consistenza numerica delle attrezzature/personale di cantiere /lavorazioni realizzate è immediatamente fugato laddove si consideri il dato numerico sul personale operaio fornito dall’ATI – per lo stesso giorno lavorativo – con la propria produzione documentale, da cui si evince la presenza di 13 addetti (n° 7 per la ditta WWW, n° 4 per la ditta KKK, n° 2 per la ditta ZZZ), tali da giustificare personale sufficiente alla conduzione delle 6 macchine operatrici (evidentemente non espressamente annotato nel giornale dei lavori perché incorporato nella sezione attrezzature) e l’esecuzione delle lavorazioni eseguite. Trovano quindi adeguato riscontro le considerazioni sopra rappresentate ai punti 1), 2), 3), 4).
Analoghe argomentazioni valgono per le annotazioni della restante parte della medesima settimana lavorativa e, quindi:
– per il giorno 6.11.2007 in cui, a fronte di n. 4 unità lavorative (1 capocantiere + 3 addetti) è annotata la presenza di n. 5 attrezzature (non figura la ruspa aggiuntiva) mentre i dati forniti dall’ATI indicano la permanenza di una più verosimile e congrua forza lavoro di n. 14 unità (n° 8 per la ditta WWW, n° 4 per la ditta KKK, n° 2 per la ditta ZZZ). Prosegue la medesima attività lavorativa della penultima registrazione;
– per il giorno 7.11.2007 in cui, a fronte di n. 3 unità lavorative (1 capocantiere + 2 addetti) è annotata la presenza di n. 7 attrezzature (2 escavatori cingolati da 250 q.li, 1 escavatore cingolato da 130 q.li, 3 autocarri di cui 2 con carrellone, 1 Terna) mentre i dati forniti dall’ATI sul personale indicano l’impiego di una più verosimile e congrua forza lavoro di n. 10 unità (n° 8 per la ditta WWW, n° 2 per la ditta KKK, mentre gli addetti della ditta ZZZ risultano in cassa integrazione). Prosegue l’esecuzione della condotta principale della fognatura e, in luogo della rullatura del rilevato, al trasporto di materiale per la formazione delle scarpate e del rilevato delle rotatorie;
– per il giorno 8.11.2007 in cui, a fronte di n. 4 unità lavorative (1 capocantiere + 3 addetti) è annotata la presenza di n. 3 attrezzature mentre i dati forniti dall’ATI indicano l’impiego di una forza lavoro di 14 unità (n° 8 per la ditta WWW, n° 4 per la ditta KKK, n° 2 per la ditta ZZZ). Prosegue l’esecuzione della condotta principale della fognatura;
– per il giorno 9.11.2007 in cui, a fronte di n. 4 unità lavorative (1 capocantiere + 3 addetti) è annotata la presenza di n. 4 attrezzature mentre i dati forniti dall’ATI indicano l’impiego di una forza lavoro di 6 unità (n° 4 per la ditta KKK, n° 2 per la ditta ZZZ). Prosegue l’esecuzione della condotta principale della fognatura;
– i giorni 10-11.11.2007, corrispondenti a sabato-domenica non sono riportati nel giornale dei lavori.
Le incongruenze rilevate si manifestano, ancora, nelle settimane che seguono nello stesso mese. Infatti, il periodo del 12/19.11.2007 è stato interamente caratterizzato da un integrale fermo produttivo per piovosità ma nessuna delle attrezzature dei giorni che precedono è annotata nel giornale dei lavori, ad eccezione di una terna il giorno 16.11.2007 (per la quale, però, non è registrata la presenza di nessun addetto). Il giorno utile lavorativo immediatamente successivo (20.11.2007) ricompaiono, nel giornale dei lavori, le macchine operatrici di cui era stata annotata la presenza fino al giorno prima dell’inizio delle piogge (2 escavatori cingolati,1 terna) dovendosi ritenere inverosimile che le medesime (stante la loro scarsa mobilità) siano state smobilitate (per essere successivamente tradotte in cantiere) a decorrere dal giorno 12.11.2007 per effetto di una piovosità di cui non era certamente prevedibile la durata. Appare assai più ragionevole che le attrezzature non siano state portate via dal cantiere e non annotate sul giornale semplicemente perché rimaste inoperose. Ad eccezione, però, della terna “portata” il 16.11.2007 e rimossa il giorno dopo, all’interno di un arco temporale caratterizzato da condizioni climatiche sfavorevoli, la cui mera “presenza” – senza presumere quindi la conduzione da parte di un operatore – appare piuttosto illogica in considerazione della sua “inutilità”.
Nel periodo 20-23.11.2007 le annotazioni del giornale lavori indicano la presenza media di n. 4 unità lavorative (1 capocantiere + 3 addetti) a fronte di n. 4 (in media) attrezzature mentre i dati forniti dall’ATI rivelano la presenza media di una forza lavoro di n. 10-11 unità. Prosegue l’esecuzione della condotta principale della fognatura. Ed ancora, nella settimana del 26/30.11.2007 le annotazioni del giornale lavori indicano la presenza media di n. 3-4 unità lavorative (compreso il capocantiere) a fronte di n. 4 (in media) attrezzature mentre i dati forniti dall’ATI rivelano la presenza media di una forza lavoro di n. 8-9 unità.
E, così, con riferimento al giorno 6.12.2007 (in cui prendevano avvio le discusse attività per le perforazioni dei pali) e a quelli successivi è agevole constatare che le annotazioni del giornale lavori indicano la presenza media di n. 2-3 unità lavorative (compreso il capocantiere) a fronte di n. 4 (in media) attrezzature (è costante l’indicazione di n. 1 escavatore da 250 q.li, n. 1 escavatore da 130 q.li, 1 terna, un mezzo non viene identificato), mentre i dati forniti dall’ATI rivelano la presenza media di una forza lavoro di n. 10-11 unità. Non è possibile accertare se la macchina operatrice non identificata possa essere una autobetoniera, un furgone cassonato, la trivellatrice cingolata utilizzata per le perforazioni, considerato che le suddette attrezzature sono tutte rappresentate nella documentazione fotografica riferita a detto periodo e nessuna di queste compare nelle annotazioni del giornale dei lavori. Tale circostanza accentua le incompletezze/incongruenze del giornale dei lavori e si ripete anche per rappresentazioni fotografiche afferenti altri periodi (accade, ad esempio, con la trivellatrice cingolata per l’intero periodo del suo utilizzo, per l’auto-gru e l’autobetoniera immortalate nel periodo 1.1.2008:31.12.2008 e 18.2.2008-22.2.2008, del rullo compattatore ripreso nei giorni 12.5.2008-16.5.2008, ancora dell’auto-gru fotografata nel periodo 19.5.2008-23.5.2008, di uno dei due autocarri individuabili nelle foto del 25.5.2008-30.5.2008).
Non è da escludere, dunque, che nel giornale dei lavori possa essere sfuggita l’annotazione di macchine operanti in cantiere non fatte oggetto di fotografie che, invero, riproducono limitate aree di intervento, nonostante l’apprezzabile estensione del tracciato stradale.
Gli Arbitri non ritengono di poter accogliere l’obiezione comunale circa la mancata annotazione, nel giornale dei lavori, delle “autobetoniere” perché ritenute – per “natura” – mezzi che trasportano calcestruzzo per conto di terzi e che non avrebbero potuto avere presenza stabile in cantiere. L’eccezione, infatti, è smentita dalla constatazione che macchine operatrici di siffatta tipologia erano nella piena disponibilità dell’ATI (in particolare della ditta WWW), come risulta dalla documentazione in atti (sottofascicolo Q.1a e segg. di produzione attorea) e dalla circostanza che l’operatività di autobetoniere (fino al n. di 3 in contemporanea presenza) veniva annotata sullo stesso giornale dei lavori – come presenza stabile e in dotazione dell’ATI – per un lungo e differente periodo dell’esecuzione del contratto (cfr. giornale dei lavori, da febbraio 2009 a maggio 2009).
Si rileva, ancora, che nel periodo 01.01.2008-31.01.2008 la documentazione fotografica contenuta nel giornale dei lavori mostra inequivocabilmente la presenza in cantiere di un rullo gommato, della terna, del grader, degli escavatori cingolati, annotati a giorni alterni, apparendo del tutto inverosimile che dette attrezzature – considerata la loro limitata capacità di spostamento – possano essere state allontanate – nei giorni di inoperosità – dalle aree interessate.
Sono altrettanto significative le registrazioni del periodo 19/20/21.02.2008 in cui, nei due giorni di estremità (19/21) è annotato un ingente parco macchine costituito ben 7-8 attrezzature (2 escavatori cingolati, 2-3 autocarri, 1 rullo gommato, 1 terna, 1 ruspa) e, nel giorno intermedio (di festa patronale) non è annotato neanche un mezzo perché, evidentemente, sono tutti rimasti inoperosi, non potendosi logicamente ipotizzare la loro integrale smobilitazione. Peraltro, a fronte del cospicuo numero di mezzi è indicata – per il primo giorno – la presenza del capocantiere e di un addetto, mentre per il terzo giorno, solo la presenza del capocantiere. Nel giornale dei lavori sono contenute molte registrazioni analoghe.
Resta accertato sotto diversi profili, quindi, che le annotazioni del giornale dei lavori sono riferibili solo alle macchine operanti in cantiere e non a quelle effettivamente presenti.
A ogni modo, nel documento de quo non è contenuta alcuna precisa indicazione in ordine alle caratteristiche dei mezzi (marca, modello, matricola/targa etc…) se non limitatamente al numero e tipologia, pur essendo possibile desumere – dal medesimo – che nel cantiere siano stati operanti numerosi mezzi (escavatori, autocarri, carrelloni di trasporto, miniescavatori, terne, rullo compattatore, grader, trivellatrice per la perforazione dei pali, autogru, autobetoniere, ruspa).
Alla luce di queste considerazioni il Collegio osserva che non appare agevole desumere – dal giornale dei lavori – l’esatta consistenza quantitativa ed economica delle attrezzature rimaste improduttivamente vincolate al cantiere per effetto dell’anomalo andamento dei lavori, tanto più che sono proprio le attrezzature rimaste spesso inoperose quelle che hanno maggiormente contribuito al pregiudizio economico sofferto dall’ATI.
Del pari indubbio che, tenuto conto della tipologia, natura, consistenza economica e quantitativa dei lavori, della durata originariamente stabilita come pure di quella effettiva, la medesima ATI abbia dovuto apprestare un idoneo potenziale produttivo per strutturarsi operativamente e conseguire, non solo il ritmo produttivo contrattualmente previsto, ma anche quello di fatto sostenuto che, però, ha imposto un maggior vincolo temporale dell’organizzazione aziendale delle imprese.
In un siffatto contesto di incompletezza del giornale dei lavori e conseguente incertezza in ordine alle attrezzature effettivamente presenti nel corso dei lavori, il Collegio ha compiuto una propria valutazione, individuando – sulla scorta del medesimo giornale dei lavori e della documentazione contabile amministrativa esibita dall’ATI – l’attrezzatura minima (e la relativa consistenza economica) ritenuta necessaria per garantire l’esecuzione dell’appalto nei termini pattuiti, pervenendo alla quantificazione di un parco macchine a cui corrisponde un verosimile e congruo valore di acquisto di € 2.686.636,49, largamente inferiore a quello riferibile ai prospetti delle imprese (€ 3.812.358,45).
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